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Lo stress: ritrovare l’equilibrio per il proprio benessere

By 17 Settembre 2022 No Comments

di Marta Calligaris

L’eccessivo valore che diamo ai minuti, la fretta che sta alla base del nostro vivere, senza dubbio è il peggior nemico del piacere” (Herman Hesse).

Rientrare dalle vacanze può attivare una serie di difficoltà, soprattutto nel riprendere in mano il proprio ritmo quotidiano, le richieste esterne possono sopraffare, e si rischia di dimenticare le piacevoli sensazioni di lentezza e di calma. Quando il nostro organismo non ha le risorse per reagire a questo tipo di situazioni, si può parlare di stress. 

Ad oggi questo termine è diventato quasi inflazionato, molti ne parlano e più o meno lo conoscono, ma pochi comprendono effettivamente quali siano i meccanismi che stanno alla base del fenomeno e soprattutto quali possano essere i trattamenti utili per ridurlo. 

Facciamo quindi insieme un po’ di chiarezza…

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) definisce la salute non come assenza di malattia, ma come un “complessivo stato di benessere dell’individuo sul piano fisico, mentale, spirituale e sociale”. Lo stress, invece, è inteso come uno stato di tensione dell’organismo, in cui vengono attivate delle difese per far fronte ad una situazione di minaccia (Trombini e Baldoni, 2001).

Se l’organismo è capace di reagire alle pressioni a cui è sottoposto nel breve periodo, attraverso le sue risorse e le sue energie, queste pressioni possono risultare positive (eustress, in quanto permette lo sviluppo dell’individuo). Se, invece, le condizioni ambientali richiedono capacità e risorse superiori rispetto a quelle possedute dall’individuo, allora le risposte saranno poco adattive, e si parlerà di distress.

Seyle (1971), definisce lo stress come “una risposta aspecifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata ad esso”. La richiesta comprende un’ampia gamma di stimoli detti stressor, che possono essere fisici, metabolici-biologici, psicologici e/o psicosociali. Oltre alla natura degli stressor, è molto importante anche considerarne l’intensità, la frequenza e la durata. Più lo stimolo è ignoto e potente, più l’individuo tenderà a reagire in maniera poco adattiva, trasformando la situazione aspecifica in un evento stressante. 

Tra i vari interventi che possono essere messi in atto quando questo fenomeno complica la nostra vita, vorrei porre particolarmente accento sulla Psicologia Funzionale (Rispoli, 2004). Questa branca della psicologia considera l’individuo nel suo funzionamento complesso e prevede quindi un intervento globale sullo stato di salute e benessere dell’individuo.

Il Sé può essere definito come una organizzazione di funzioni che appartengono a quattro piani (nello specifico: emotivo, cognitivo, fisiologico e posturale). Le funzioni, che esistono sin dalla nascita e sono originariamente integrate tra loro, durante lo sviluppo diventano più complesse, dando vita ad una organizzazione sempre più ampia e diversificata. 

Tornando allo stress, se alcune funzioni durante il corso della vita si alterano, cioè perdono la loro integrazione originaria, all’individuo mancheranno la capacità di coping e di risposta adattiva alle richieste dell’ambiente, soprattutto quando si trova davanti ad uno stressor, mancherà quindi un adeguato filtro Funzionale (attraverso il quale si valutano e filtrano gli stimoli che arrivano dall’esterno). 

Nel caso specifico dell’Esperienza del Benessere (la più implicata quando si lavora sullo stress), si parla di integrazione sui diversi piani funzionali quando vi è un respiro calmo e profondo, uno stato di vagotonia che comporta mani calde e asciutte, bassa frequenza cardiaca, un tono muscolare rilasciato, movimenti assenti o lenti e calmi, ricordi piacevoli. 

La Psicologia Funzionale prevede quindi un intervento globale sullo stato di salute e benessere dell’individuo, ponendo come obbiettivo cardine e specifico la gestione dello stress e il riequilibro del filtro funzionale, utilizzando delle tecniche specifiche, funzionali e corporee. 

A volte ci si può sentire sopraffatti dal tempo, dalla giornata, dal lavoro, quasi a sentire che le nostre energie non sono mai abbastanza per affrontare tutto. L’invito è cercare di trovare sempre un momento per ascoltarci, respirare, ritrovare la calma, e guardare una cosa alla volta: le nostre potenzialità saranno sicuramente più chiare. 

Per approfondire:

De Vita P., Rispoli L. (2016). Intervento antistress. Compendio teorico-pratico sulla metodologia Funzionale antistress. CreateSpace Independent Publishing Platform 

McGonigal, K. (2018). Il lato positivo dello stress. Perché lo stress fa bene e come sfruttarlo al meglio. Firenze: Giunti Psycometrics S.r.l.

Rispoli L. (2004). Esperienze di base e sviluppo del sé. L’evolutiva in Psicoterapia funzionale. Milano: Franco Angeli.